Le persone che si spostano sono il “mercato” a cui offrire il prodotto “trasporto”. Per poter agire nel o sul mercato è necessario avere la miglior conoscenza possibile dello stesso. In breve: per potere cercare di soddisfare le esigenze delle cittadine e dei cittadini in materia di trasporti bisogna innanzi tutto conoscerle (in senso qualitativo e, soprattutto, quantitativo).
Le IMQ si pongono appunto l'obiettivo di conoscere le abitudini di spostamento delle persone e le loro opinioni sulla qualità dei viaggi effettuati con i vari mezzi di trasporto.
Parlando di mobilità delle persone, le informazioni che è necessario conoscere sono essenzialmente:
- Quanti spostamenti (per la definizione di spostamento vedi domanda successiva "Cosa si intende per spostamento?") le persone compiono (giornalmente);
e, per ciascun spostamento,
- da dove a dove le persone hanno bisogno di andare;
- quando e perché hanno bisogno di spostarsi;
- come si spostano (cioè che mezzo di trasporto usano);
e inoltre
- se hanno a disposizione un mezzo individuale motorizzato;
- perché hanno scelto un determinato mezzo di trasporto, tra tutti quelli disponibili, per compiere lo spostamento.
Parlando di qualità, le informazioni che è utile conoscere sono essenzialmente:
- il giudizio, sia complessivo sia articolato nei vari fattori, sulla qualità del viaggio effettuato con uso del servizio di trasporto pubblico (bus, tram, treno, metro),
- il giudizio, sia complessivo sia articolato nei vari fattori, sulla qualità del viaggio effettuato con uso dell’auto,
- il giudizio, sia complessivo sia articolato nei vari fattori, sulla qualità del viaggio effettuato con uso di altri mezzi (ad esempio della bicicletta),
Il giudizio complessivo può essere espresso sia prima (pre-giudizio) sia dopo (giudizio meditato) l’espressione dei giudizi sui singoli fattori di qualità.
Queste informazioni non si possono ottenere senza chiederle alle persone, ovvero senza effettuare sondaggi con interviste. Altri tipi di rilevazioni, ad esempio conteggi automatici di utenza del trasporto pubblico o di traffico stradale, oppure l’analisi delle tracce della telefonia mobile, non forniscono queste informazioni.
La tecnologia permette in alcuni contesti di disporre di molte informazioni sulla mobilità, tramite ad es. la bigliettazione elettronica o il conteggio automatico di saliti e discesi dai mezzi pubblici. Tutto ciò non permette comunque di rinunciare alle indagini demoscopiche, ad esempio per conoscere i motivi degli spostamenti ed i motivi della scelta dei mezzi di trasporto.
Il “campione” è un sottoinsieme della popolazione complessiva oggetto di studio; ai componenti del campione viene somministrato un questionario volto a raccogliere informazioni che possano ragionevolmente essere estese alla totalità della popolazione ovvero, come si suole dire in termini tecnici, essere “riportate all’universo”.
Le caratteristiche che il campione deve avere sono quelle di essere rappresentativo della totalità della popolazione (ovvero rappresentativo dell’universo) e di essere casuale.
Dicendo che il campione deve essere rappresentativo dell’universo si intende che esso deve essere riconducibile alla composizione della totalità della popolazione oggetto di indagine secondo un certo numero di caratteristiche sociodemografiche e territoriali, ad esempio il sesso e l’età.
Il modo più semplice, ma non l’unico, di ottenere una campione rappresentativo dell’universo e quello di mantenere nel campione la stessa proporzione che esiste nell’universo tra il numero di individui che possiedono una certa caratteristica (ad esempio di sesso ed età) ed il numero totale di individui. Nel campione è quindi stabilito a priori il numero di individui che devono possedere una certa caratteristica (ad esempio di sesso ed età); in linguaggio tecnico si suole dire che il campione è stratificato secondo la caratteristica considerata.
Dicendo che il campione deve esse casuale si intende che gli individui appartenenti al campione devono essere selezionati in modo casuale e non polarizzato nei confronti di caratteristiche sociodemografiche che sono importanti ma che non sono note a priori nella loro distribuzione tra la popolazione (un esempio classico è il reddito disponibile). Il campione deve cioè essere selezionato in modo tale da non “privilegiare” certe caratteristiche sociodemografiche e territoriali rispetto ad altre.
Un modo semplice per effettuare una selezione casuale è quello di elencare gli individui appartenenti all’universo ordinatamente secondo una caratteristica (ordine alfabetico del cognome, data di nascita, ordine alfabetico della via in cui si abita, …) ed estrarre un nominativo con un passo fisso. Ad esempio se si vuole estrarre un campione di dimensioni pari all’1% della popolazione dell’universo si procederà con l’estrazione di un nominativo ogni cento posizioni in elenco, partendo da un nominativo estratto a caso tra i primi cento.
Al posto dell’elenco degli individui possono essere utilizzati altri elenchi che, in qualche modo, sono correlati alla distribuzione degli individui; ad esempio l’elenco dei punti di fornitura di energia elettrica e/o del gas, l’elenco telefonico, l’elenco degli indirizzi delle abitazioni.
L’indagine demoscopica di cui qui si parla, è intesa a rilevare comportamenti medi di tutta la popolazione; per questo motivo non si può partecipare su base volontaria.
I recapiti telefonici presso cui effettuare le interviste sono selezionati in modo casuale, la scelta delle persone da intervistate tra quelle presenti in ciascun recapito e che potrebbero rispondere avviene rispettando la distribuzione per sesso e per età che si ha nell’universo della popolazione complessiva dell’area di indagine.
Gli intervistatori devono effettuare le interviste presso i recapiti telefonici selezionati casualmente. Con una partecipazione su base volontaria non si avrebbe un campione rappresentativo dell’intera popolazione: parteciperebbe chi è più informato, chi è interessato a particolari tematiche o problemi, chi ritiene di dover essere ascoltato in rappresentanza di particolari gruppi di interesse, ecc.
Si definisce spostamento il trasferimento fisico, da un punto del territorio detto origine ad un altro punto detto destinazione, effettuato a piedi o con uno o più mezzi di trasporto per un unico definito scopo.
Esempio 1: uscita da casa per andare al lavoro, uscita dal lavoro per tornare a casa: totale 2 spostamenti, il primo avente per scopo "Recarsi al lavoro", il secondo avente per scopo "Ritorno a casa".
Esempio 2: uscita da casa per andare al lavoro, uscita dal lavoro per tornare a casa passando dal supermercato per fare la spesa: totale 3 spostamenti, il primo avente per scopo "Recarsi al lavoro", il secondo avente per scopo "Acquisti" e il terzo avente per scopo "Ritorno a casa".
Uno dei risultati più importanti e più interessanti delle indagini sulla mobilità è la rilevazione della ripartizione modale degli spostamenti cioè l’individuazione di quale percentuale di spostamenti è effettuata con uso dell’auto, o della bicicletta, o del trasporto pubblico, ecc.
È noto da studi pregressi (e anche abbastanza ovvio) che uno dei tanti fattori che influenzano la scelta del mezzo di trasporto con cui effettuare uno spostamento è la disponibilità di un’auto.
Per questo è importate ottenere l’informazione sulla disponibilità di auto in famiglia.
L’informazione sulla presenza di una linea telefonica fissa e sulla presenza del numero sull’elenco telefonico è necessaria per poter distinguere i comportamenti di mobilità di chi dispone di una linea fissa con numero presente nell’elenco telefonico da quelli di chi non dispone di tale linea o, pur disponendone, il relativo numero non compare nell’elenco telefonico.
Questo è importante per confrontare in modo corretto i risultati desumibili da questa indagine, che è condotta sia presso recapiti di telefonia fissa sia presso recapiti di telefonia mobile, con quelli desumibili dalle precedenti edizioni della IMQ, condotte esclusivamente presso recapiti telefonici fissi.
L’informazione sulla disponibilità di un recapito di telefonica mobile è necessaria per poter distinguere i comportamenti di mobilità di chi dispone solo di una linea fissa con numero presente nell’elenco telefonico pubblico da chi dispone anche di un recapito di telefonia mobile.
Questo è importante per confrontare in modo corretto i risultati desumibili da questa indagine, che è condotta sia presso recapiti di telefonia fissa sia presso recapiti di telefonia mobile che hanno concesso il consenso ad essere contattati, con quelli desumibili dalle precedenti edizioni della IMQ, condotte esclusivamente presso recapiti telefonici fissi.
Le indagini demoscopiche, come quella sulla mobilità delle persone di cui qui si parla, sono campionarie sono cioè rivolte ad un piccolo sottoinsieme, definito “campione”, della popolazione oggetto di indagine; questo sia per ragioni di tempo sia per ragioni di costo.
Il campione di persone da intervistare deve essere definito con ben determinate caratteristiche. Il campione deve essere riconducibile alla composizione della totalità della popolazione oggetto di indagine, ovvero riconducibile all’ “universo” (in termini statistici), ad esempio per età e sesso, per questo non può essere "aperto a tutti". Non devono essere raccolte informazioni "libere": una qualsiasi statistica basata su indagini alle quali si può rispondere su base "volontaristica" porterebbe a risultati inevitabilmente polarizzati e quindi non statisticamente significativi (risponde solo chi ne ha voglia, chi è interessato a particolari tematiche o problemi, chi ha a disposizione una connessione ad internet, ecc.).
L’affidabilità e precisione dei risultati ottenibili dalle indagini campionarie dipende dalla numerosità del campione, dalla sua rappresentatività dell’universo e dalla casualità di selezione dei suoi componenti.
Maggiore è la dimensione numerica del campione e minore è l’ampiezza dell’intervallo di confidenza (per la definizione di intervallo di confidenza vedi domanda successiva) dei valori ottenibili; questo, si badi bene, indipendentemente dalla dimensione numerica della totalità della popolazione oggetto dell’indagine (a meno che questa sia di dimensioni “piccole”, cioè comparabili con quelle del campione selezionato). Inoltre tutti gli “strati” presenti nella totalità della popolazione (ad esempio rispetto a età e sesso) devono essere rappresentati nel campione in modo adeguato e gli individui appartenenti al campione devono essere selezionati in modo casuale tra la popolazione per evitare polarizzazioni nei risultati ottenibili.
Considerando ad esempio l’indicatore “mobilità individuale giornaliera media” (ovvero il numero di spostamenti al giorno effettuati in media da una persona, che assume in genere un valore compreso tra 2 e 3) con un campione di 500 interviste si ha un intervallo di confidenza dell’ordine di ±5% (ad esempio 2,0 ± 0,1 spostamenti/giorno), con un campione di 1.000 interviste si ha un intervallo di confidenza dell’ordine del ±3,5% (ad esempio 2,00 ± 0,07 spostamenti/giorno), con un campione di 10.000 interviste si ha un intervallo di confidenza dell’ordine di ±1% (ad esempio 2,00 ± 0,02 spostamenti/giorno).
In un’indagine demoscopica su una popolazione se si intervista tutta la popolazione, ovvero si effettua un “censimento”, chiedendo di rispondere su un qualsiasi indicatore numerico (ad esempio sul numero di spostamenti effettuati nel giorno precedente l’intervista) il valore medio che si ottiene, relativo all’intera popolazione, è determinato senza incertezze.
Se si intervista solo un campione della popolazione sullo stesso indicatore numerico, il valore medio del campione, o valore medio campionario, può variare in funzione della composizione del campione e scostarsi più o meno dal valore medio relativo a tutta la popolazione: da campioni diversi si possono desumere valori medi campionari diversi.
Tralasciando spiegazioni sulla teoria statistica dei campioni e permettendoci una certa approssimazione di linguaggio possiamo affermare quanto segue.
Considerato un certo indicatore numerico, detto X il suo valore medio riferito all’intera popolazione e x il valore medio desunto da un campione, si ha che
con una probabilità P% il valore X è compreso nell’intervallo numerico con valore minimo x-Δx e valore massimo x+Δx
ovvero X = x ± Δx con P% di probabilità.
L’intervallo numerico compreso tra x-Δx e x+Δx è l’intervallo di confidenza,
Δx è la semiampiezza dell’intervallo di confidenza o errore statistico.
P% è il livello di confidenza.
L’ampiezza dell’intervallo di confidenza dipende dall’ampiezza dell’intervallo di variazione dell’indicatore considerato tra tutti i componenti del campione, dal livello di confidenza desiderato e dalla numerosità del campione. Non dipende dalla numerosità della popolazione (a meno che questa sia di dimensioni “piccole”, cioè comparabili con quelle del campione selezionato).
Per gli indicatori desumibili dalle proprie indagini sulla mobilità l’Agenzia della mobilità piemontese considera un livello di confidenza del 90%.
L'acronimo CATI sta per Computer Aided Telephone Interview: modalità di intervista nella quale il questionario viene somministrato telefonicamente e l'intervistatore è provvisto di un videoterminale nel quale provvede a registrare le risposte fornite avvalendosi di un apposito software.